Quali sono i migliori abbinamenti con lo Zibibbo, questo dolce sorso di Sicilia “distillato” in un vino da meditazione? Quali sono i momenti della giornata che rendono davvero unica la sua degustazione? Cosa abbinare allo Zibibbo secco, a quello naturale o al Passito? Ma, soprattutto, cosa rende unico questo nettare degli dei?
Zibibbo: l’abbinamento con ricotta, pere e cioccolato firmato Campisi Ristorante
Lo Zibibbo è un vino liquoroso che ha il sapore della Sicilia: quello delle uve di Pantelleria (e non solo), del caldo sole che abbraccia l’isola tutto l’anno, del vento che ne scandisce la produzione, delle mandorle, delle arance e dei fichi che per gli isolani sono, da secoli, fonte di nutrimento. In un sorso di zibibbo si possono assaporare, allo stesso tempo, l’identità storica, geografica e culturale della Sicilia, racchiuse in un prodotto che è diventato, non a caso, patrimonio dell’Umanità.
Ecco perché, nel nostro ristorante di pesce a Roma, la fine del pasto viene celebrata proprio con un bicchiere di Zibibbo (rigorosamente offerto dalla casa), come nelle migliori tradizioni della nostra terra d’origine. Tra le più possibilità in menu, c’è anche un goloso abbinamento tra Zibibbo, ricotta, cioccolato e pere, un’idea semplicissima da riproporre in casa senza troppe difficoltà.
Che cos’è lo zibibbo? Un dolce sorso di Sicilia del colore del sole
Non tutti sanno che lo Zibibbo non è semplicemente un vino dolce ma anche il vitigno a bacca bianca da cui si ottiene. Il nome deriva dall’arabo (come moltissime altre parole in Sicilia) zabīb, che vuol dire uvetta o uva passita.
E’ un vino da meditazione (per i siciliani in particolar modo) che, nella sua variante dolce, deve assaporato lentamente a fine pasto, insieme ad un cannolo siciliano o alla giuggiulena; ecco perché non può mai mancare a Natale. Un vino antico, dal colore giallo paglierino, carico di riflessi dorati, come le coste dell’isola di Circe, dal profumo ricchissimo, fruttato e persistente.
Zibibbo secco, dolce e Passito: abbinamenti gourmet
Lo Zibibbo è uno dei rarissimi vitigni a triplice attitudine: i suoi grappoli sono buoni da mangiare e, allo stesso tempo, ottimali per fare vino o da appassire. Il vino liquoroso che se ne produce può essere secco o dolce. Lo Zibibbo secco viene vinificato (come qualsiasi altro vino bianco) prima della maturazione delle uve.
Nella sua variante dolce, invece, lo zibibbo può essere naturale o Passito (il più pregiato della famiglia). Quello naturale viene prodotto con uve maturate al sole e al vento fino alla surmaturazione (parziale appassimento dell’uva sulla pianta, che viene raccolta in ritardo per ottenere una maggiore concentrazione di zuccheri negli acini). La gradazione alcolica è di 12,5% volumi circa e gli zuccheri variano da 70/80 grammi per litro. Lo Zibibbo naturale è un ottimo vino da dessert (ma è gradevole anche come aperitivo), da abbinare con la frutta e dolci alla frutta.
Passito o Zibibbo: qual è la differenza? E come abbinare il più pregiato della famiglia?
Caratteristiche dello Zibibbo: un vino siciliano prezioso ed eroico
D’altra parte, lo Zibibbo viene coltivato da tempo immemore nel Mediterraneo: in Egitto era chiamato Moscato d’Alessandria; ed è proprio dalle coste settentrionali dell’Africa che i Fenici lo esportarono a Pantelleria dove, ancora oggi, avviene la quasi totalità della produzione nazionale. Qui, eroici viticoltori coltivano le viti con metodi antichi, tradizionali (il cosiddetto alberello pantesco), una pratica agricola “creativa e sostenibile”, come l’ha definita l’Unesco, che rappresenta un “bene immateriale e culturale” per l’umanità intera.
“Lo Zibibbo è l’uva del Passito di Pantelleria – si legge nel blog dell’azienda vinicola Donnafugata – Un vino dolce, unico per le sue caratteristiche organolettiche, un vino prezioso che consente di ripagare la fatica e i costi (tre volte quelli di un altro vigneto in Sicilia) di questa viticoltura che si fonda sull’alberello pantesco”.