C’era un tempo in cui la Tonnara di Marzamemi era sinonimo di pesca del tonno, la principale fonte di sostentamento per gli abitanti di Pachino e dintorni, con i suoi 12/13 mila esemplari pescati ogni stagione, e una delle tonnare più importanti della Sicilia. Chiusa a metà degli anni sessanta, oggi la Tonnara ha assunto tutta un’altra funzione: è il suo fascino ad attirare turisti italiani e stranieri, così rinnovato eppure allo stesso tempo intimamente legato alla tradizione e al contesto in cui è immersa.
La Tonnara è il simbolo di Marzamemi e del suo affascinante borgo di pescatori, della sua storia e di quella dei suoi abitanti; un luogo quasi mitico, all’incrocio tra culture e dominazioni differenti, dove assaporare i prodotti tipici della Sicilia sud orientale ascoltando il vento, il vociare del borgo e, in sottofondo, il canto ormai assopito dei tonnaroti.
Storia e origini della tonnara di Marzamemi
Le tonnare furono introdotte in Sicilia dagli Arabi attorno all’anno Mille. Infatti, la pesca del tonno era già praticata in tutto il Mediterraneo proprio perché il percorso di migrazione di questi grandi pesci era noto. Chiamato anche viaggio d’amore, i tonni entravano dallo stretto di Gibilterra nel periodo di aprile/maggio carichi di uova che deponevano lungo le coste del Mediterraneo. Ecco perché i popoli costieri si specializzarono via via proprio nella pesca del tonno come importante fonte di guadagno.
Furono sempre gli Arabi ad impiantare a Marzamemi quella che sarebbe diventata la più importante Tonnara della Sicilia orientale. La struttura attuale del borgo, che attorno alla Tonnara si poi sviluppato, risale al periodo compreso tra la metà del Seicento e del Settecento: piazza Regina Margherita, Palazzo del Principe, opera del grande architetto Vermexio, la camperia o Loggia degli Scieri, la chiesa di S. Francesco di Paola, protettore del borgo, il vecchio stabilimento di lavorazione del tonno e cinquanta case di pescatori. Oggi il borgo vive della sua vocazione turistica e la tonnara le fa da sfondo, come un’affascinante diapositiva dei tempi dei padri.
Cosa resta oggi della tonnara e del suo borgo?
Della tradizionale pesca delle tonnare oggi rimangono i sapori. La sapidità della carne del tonno si presta a gustose manipolazioni e a lunghe conservazioni, per questo motivo viene chiamato anche “maiale del mare”. Il tonno, infatti, può subire diversi processi di conservazione che vanno dall’affumicatura alla salagione; molto più spesso viene cotto a vapore e conservato in scatola o sotto vetro sia al naturale che in olio.
Nel 1966 le tonnare di Marzamemi e Portopalo di Capo Passero chiudono i battenti; era, infatti, subentrato un nuovo metodo di pesca del tonno attraverso le cosiddette tonnare volanti: non si aspettava più che i tonni arrivassero a terra, come nel sistema tradizionale, ma si cominciava ad andare incontro ai banchi. Ed è così che, man mano, tutte le tonnare sono state chiuse e trasformate in musei, dimore storiche, luoghi dove celebrare i matrimoni.
La storia della tonnara, la storia dell’azienda Campisi
“Una tonnara come quella di Marzamemi, con circa 60 tonnaroti al lavoro, non riusciva più a sostenere i costi di produzione – spiega Francesco Campisi, proprietario insieme al figlio Paolo del ristorante di pesce e del negozio Campisi Conserve di Roma – Ovviamente, la storia della tonnara di Marzamemi è anche la storia della mia famiglia e della nostra azienda, Campisi Conserve, che grazie alla pesca e alla lavorazione del tonno è nata ed è diventata nota”.
““Io sono nato nella pancia di un tonno“, dice spesso Salvatore Campisi che dirige lo stabilimento di Marzamemi. Questa frase si riferisce ad un’antica tradizione della famiglia Campisi secondo la quale ogni figlio maschio, esattamente al compimento del primo anno di età, partecipa a un vero e proprio rituale di iniziazione venendo letteralmente immerso nella pancia di un tonno. “Compiamo questo rituale da sei generazioni, dalla metà dell’Ottocento quando la nostra avventura ebbe inizio. I prodotti IGP della terra di Pachino e il pesce del Mediterraneo sono stati la nostra principale ricchezza e continueranno ad esserlo sempre”.
Scopri le specialità di pesce del ristorante Campisi a Roma; puoi acquistare i prodotti Campisi Conserve nel ostro negozio di Roma in viale Somalia 116.